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giovedì 12 maggio 2011

Commento Articolo 09 Maggio_ Affioramenti

“Sempre più,oggi, la natura e la naturalità tornano in gioco attraverso una ibridazione con la tecnologia.

Queste righe sono tratte da "Affioramenti dal basso_tolo di un fascicolo monografico della rivista "Gomorra" a cura si Antonino Saggio

La cosa che più mi sorprende, parlando in termini di affioramento, riguarda Soprattutto il mezzo con cui la natura e l a tecnologia vengono a contatto.

Se ci pensiamo bene,una delle differenze più esplicite della società delle informazione, rispetto all’ordine feudale e al paradigma industriale è che Questi sono fortemente legati alla terra, cosa che nel paradigma informatico non è possibile. Avere le radici o i piedi in terra non è proprio la condizione corretta per il nuovo paradigma, sono quasi delle regole base per i paradigmi del passato. Se costruiamo una casa o un grattacielo, le sue fondazioni saranno fortemente ancorate alla terra, garantendo stabilità e durata nel tempo. La terra è il grande fondamento dei primi due paradigmi. Per questo mi limiterò a descrivere il nuvo paradigma, costruendo le sue fondazioni letteralmente nell’aria. Non più ci si appoggia a terra , ma a diversi livelli dell’atmosfera.

I grandi satelliti di comunicazione, sono connessi gli uni agli altr.i. Partendo da queste basi si possono collegare i satelliti che emettono e captano segnali digitali digitalizzati: ne esistono di militari,scientifici,economici, metereologici o civili in generale. Questi satelliti inviano il segnale e le grandi antenne paraboliche a terra. Da le paraboliche si trasmettono a le grandi torri di comunicazioni o ai grandi server delle reti telematiche e dopo vengono distribuite per onde hertz, attraverso il circuito ottico, o simplicemente attraverso le nostre linee telefoniche. La cosa più importante è che qualunque essere umano., impresa o istituzione deve trasmettere le sue azioni attraverso una rete tecnologica e non fisicamente attraverso il territorio.

In questo senso affermiamo che il paradigma informatico vive nell’aria. Due persone che vivono in appartamenti vicini comunicheranno tra di loro attraverso questa infrastruttura tecnologica, per spostarsi fisicamente per incontrarsi presenzialmente, a corta distanza nell’interno di un determinato recinto o abitazione.

La reticolarità, la prossimità, la mobilità elettronica sono caratteristiche distintive del nuovo paradigma, un sistema di comunicazione che ha come base ultima l’atmosfera, e non la superficie terreste.

mercoledì 27 aprile 2011

commento Lezione 06 Aprile_ Il Catalizzatore (nuovo Paradigma)

Zeitgeist
"Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo". Mahatma Gandhi
Le ideologie pretendono conoscere i misteri di tutto il processo storico, le logiche inerenti le rispettive idee. A partir da queste si genera il paradigma che risponde, riflette una società che non può esularsi dal contemplare l'ambito scientifico della scienza sociale. L'ideologia è completamente immersa dentro l'economia, la politica e le teoria scientifiche.
Questi paradigmi compongono la società, cambiano al desencatenarsi del mondo, significherebbe dire semplicemente che il paradigma che sostiene un'epoca si asaurisce e non è più uno strumento efficiente per esprimere la realtà sociale. Ed è qui quando appare il nostro Zeitgeist si producono cambi in tutti gli ambiti della vita sociale supponendo che la realtà sociale non è statica, ma dinamica e variabile.

Commento Lezione 04 Aprile_ La lunga crisi dell'800

La Febbre dei Paradigmi
Il pensiero scientifico, cerca di sintonizzarsi attraverso approcci che tentano di essere il più possibli oggettivi. Definirlo come Positivista significherebbe riferirsi alla seconda ondata (rivoluzione industriale)che tenta di combinare insieme energia e forza lavoro, riuscendo così a far fare un salto enorme al mondo tecnologico. Una modifica epocale che investe tutti i settori e dove l'architettura rimane una pratica di Retroguardia. Intorno agli anni 20' si pensa verso un grande salto. Cambiare paradigma_ significa inventarne un altro.
Un'indagine di "Science" rivela che negli ultimi tempi è aumentato sensibilmente il numero di pubblicazioni scientifiche che invocano nel titolo il termine "nuovo paradigma". Eppure nel suo complesso, la scienza attuale sembra sempre più simile a ciò che Kuhn chiamava la "scienza normale". Qual è, allora, il senso di questa febbre dei paradigmi?
Eugenio Faroli Vecchioli

Cosa si nasconde dietro questa inaspettata proliferazione di nuovi paradigmi? "Science" osserva subito che, a dispetto del massiccio utilizzo della terminologia kuhniana, le svariate rivoluzioni annunciate nelle pubblicazioni prese in considerazione dall'inchiesta hanno ben poco a che vedere con ciò che l'autore de "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" chiamava "paradigm shift". Com'è noto, per Kuhn, un cambiamento di paradigma è quel processo che si verifica di tanto in tanto nella storia della scienza, attraverso il quale un vecchio corpo di teorie e di credenze scientifiche viene abbandonato in favore di un nuovo corpo che non solo è in grado di offrire una spiegazione più soddisfacente dei fenomeni conosciuti ma ha la capacità di dar conto di fenomeni nuovi.

La Febbre dei Paradigmi_ di Eugenio Faroli Vecchioli

capire che tipo di modello

Dalla Terra al Cad_ di Antonino Saggio

martedì 26 aprile 2011

New Babylon

"New Babylon" una città nomade
Universale diarchitettura sezione a cura di Antonino Saggio
N.88 Francesco Careri_ "Costant una città nomade"
Testo e Immagine editore

“New babylon” è prima di tutto un’apassionata dichiarazione d’amore per l’umanità, un manifesto politico che tende a ricordare a tutti gli uomini che sono liberi. L’intera vita di Costant(nome con cui ha sempre voluto essere chiamato dai suoi compagni situazionisti) è il tentativo di immaginare come potrebbe, svolgersi in un altro modo, la vita degli uomini su questa terra.

“New babylon” è un’utopia concreta in quantoconcreto è il suo riferiemtno storico. La società che dovrebbe abitare la città di constant vive già su questo pianeta è già fra noi, anzi c’è sempre stata. Prima della sedentarizzazione l’intera umanità era una variegata società nomade,libera di spostarsi in un mondo senza frontiere. Il nomadismo di Constant è una filiazione diretta del marxismo postindustriale; si tratta di un nomadismo visto come rifiuto del sistema di produzione capitalista,come rifiuto dell’ accumulazione dei beni, della proprietà privata e di ogni confine etnico ed economico. Nomadismo per un nuovo uso del tempo,dello spazio e della propria vita.

La domanda cui cerca di dare una risposta Constant è in fondo molto semplice: come saràla società quando sarà libera dal lavoro? O,meglio; come sarà la vita quando si raggiungeranno la completa automazione della produzione, la socializzazionedei mezzi di produzione e un’equa distribuzione dei prodotti fra tutti gli abitanti della terra?

La risposta èaltrettanto semplice: non dovendo lavorare, l’uomo non avrà più bisogno di un domicilio fisso, potrà ricominciare a fluttuare liberamente nello spazio e a esplorare tutti gli angoli della terra. Avrà a disposizione tutto il tempo da dedicare alla realizzazione dei suoi desideri e l’attivitàlavorativa si trasformerà in attività creativa: in breve l’Homo faber diventerà quell’ Homo Ludens descritto dall’Olandese Huzinga.L’utilefarà posto all’attività creativaper eccellenza: il gioco. Tutte le arti andranno a collaborare in un grande gioco che verrà ; in quell’attività di trasformazione dal basso che sarà chiamata urbanismo unitario (un’urbanistica rovolta alla vita contrapposta al funzionalismo razionalista, diventerà il tema di confronto traconstant e guy debord).

Il problema dell’abitare per constant deve essere impostato come una riappropriazione della necessità primordiale all’ autoderminazione del prorio ambiente, con la liberazione dell’istinto alla costruzione della propria casa e quindi della propria vita; una riscoperta dell’impulso dell’avventura da parte dell’uomo urbano.

E’ Infatti proprio nell’universo nomade che riconosce un intero apparato concettuale con cui scardinare le basi della società occidentale e sferrare un attaccoall’architettura razionalista. Concepire la città non come spazio dello stare ma come lo spazio dell’andare, come un’infinito percorso che non lasci tracce sulla terra.

Un invito a perdersi:

I quartieri di questa città potrebbero corrispondere ai diversi sentimenti che si incontrano per caso

nella vita corrente. Quartiere Bizarro, Quartiere Felice,riservato alle abitazioni, Quartiere Nobile e Tragico (per i bravi bambini),Quartiere storico (musei,scuole), Quartiere Utile (ospedale,magazzini per gli attrezzi), Quartiere Sinistro […] che sarebbe di difficile avvicinamento e poco illuminato di notte […] il bambino e l’adulto impareranno,esplorando il Quartiere Sinistro, a non avere più paura delle manifestazioni angoscianti della vita, ma a divertirsene. L’attività principale sarà la deriva continua. Il cambiamento di paesaggio di ora in ora sarà responsabile di uno spaesamento totale.

mercoledì 20 aprile 2011

Commento Lezione 28 Marzo_ La Comunicazione marsupiale

Diller Escofidio : 100 modi di piegare una camicia
Alla fine del 19 ° secolo, il corpo era venuto per essere inteso come una componente meccanica della produttività industriale, un ampliamento dell'apparato fabbrica. La gestione scientifica ha cercato di razionalizzare e standardizzare i movimenti di questo corpo, sfruttando la sua energia dinamica e convertirla in forza-lavoro effciente.
Credo che attraverso queste immagini siamo difronte in realtà ad una completa ri-concettualizzazione, sia di moglie che di casa. Il corpo della casalinga, è stato interpretato da parte della direzione scientifica come una forza dinamica, con capacità illimitata per il lavoro. Il suo nemico era solo stanchezza.
Con l'introduzione degli elettrodomestici, il tempo e l'energia risparmiata ( secondo la retorica dell'efficienza) avrebbero liberato la donna da casa e consentito di unirsi alla forza lavoro pagata.
Tuttavia, nulla è andato come doveva andare, la casalinga così è stata condannata ad un carico di lavoro più che compulsivo.